Qualora la pseudoartrosi fosse associata ad una sepsi, ovvero ad una infezione profonda dell’osso e dei tessuti molli adiacenti, il trattamento diventa ancor più problematico.
Esso si avvale di tecniche in due tempi in grado d bonificare dapprima il focolaio pseudoartrosico mediante l’asportazione in toto dei tessuti infetti e l’applicazione di cemento antibiotato e in un secondo momento della ricostruzione artuale mediante l’innesto di osso autologo, omologo, sostituti ossei e l’eventuale implementazione con biotecnologie (fatttori di crescita e cellule mesenchimali stromali).
FIG. 7
Paziente affetto da pseudoartrosi settica diafisaria dell’ulna, già sottoposto a 4 interventi precedentemente.
È stata eseguita l’asportazione dei tessuti necrotici ed infetti e l’applicazione di cemento antibiotato in grado di bonificare il focolaio e creare una membrana utile nella seguente fase ricostruttiva.
Il segmento osseo è stato stabilizzato con una pacca a stabilità angolare.
Dopo circa 2 mesi il paziente è stato sottoposto a rimozione del cemento e ricostruzione mediante innesto osseo autologo prelevato dal femore e fattori di crescita ossei mantenuti in situ dalla membrana creata dalla reazione dei tessuti molli al cemento.
A 7 mesi è già possibile vedere al controllo TC la guarigione ossea ed il ripristino della continuità dell’ulna.