Le pseudoartrosi sono una grave complicanza in chirurgia ortopedica. Esse sono caratterizzate dalla mancata guarigione di una frattura e spesso conducono il paziente affetto ad un lungo iter diagnostico-terapeutico caratterizzato da prolungate ospedalizzazioni, molteplici interventi chirurgici spesso non risolutivi e grave invalidità con perdita funzionale dell’arto interessato.
Le pseudoartrosi, qualora semplici, ovvero non caratterizzate da perdita di sostanza ossea o altre complicazioni quali la sepsi o la grave mortificazione dei tessuti molli, possono essere trattate con tecniche tradizionali quali applicazione di fissatori esterni, il cambio di osteosintesi, osteotomie e, in casi selezionati, mediante l’impiego delle più moderne biotecnologie in monoterapia.
FIG. 1
Pseudoartrosi ipertrofica diafisaria di ulna. Tale quadro richiede stabilità per giungere a guarigione.
L’applicazione di un fissatore esterno assiale è in grado di fornire la stabilità necessaria a portare alla fusione ossea tale situazione patologica.
FIG. 2
Pseudoartrosi distale di tibia trattata mediante rimozione dei pregressi mezzi di sintesi, del tutto insufficienti ad ottenere una corretta stabilità del focolaio, e nuova osteosintesi con placca e viti utilizzando tecniche tradizionali.
FIG. 3
Pseudoartrosi del collo del femore con associata osteonecrosi della testa femorale trattata mediante osteotomia di Pauwels.
La rima di pseudoartrosi verticale viene resa orizzontale portando a guarigione il paziente.
FIG. 4
Controlli radiografici consecutivi di una pseudoartrosi tibiale dopo dinamizzazione del chiodo endomidollare e l’applicazione di fattori di crescita (rh-BMP-7) in monoterapia.
Completa guarigione a 12 mesi.