Quali sono le opzioni di cura delle pseudoartrosi?

Il chirurgo ortopedico può scegliere un vasto numero di metodiche, chirurgiche e non.

In casi iniziali può avvalersi di cure fisiche quali la stimolazione con elettromagneti, le onde d’urto o gli ultrasuoni a bassa intensità. In casi più gravi diventa spesso necessario incrementare la stabilità meccanica dell’impianto andando a sostituire i mezzi di sintesi (chiodi, placche, fissatori esterni) esistenti o applicandone di nuovi ed eventualmente associare innesti ossei autologhi, omologhi o di sostituti dell’osso.

L’applicazione di fattori di crescita quali le proteine morfogenetiche ossee o l’impianto di cellule mesenchimali stromali sono ulteriori presidi che l’Ortopedico può utilizzare in tali situazioni. Tecniche tradizionali come la fissazione esterna secondo Ilizarov (tecnica del trasporto osseo) o il trapianto del perone vascolarizzato vengono ancora utilizzate in situazioni critiche con grave perdita di sostanza ossea.

In casi ancora più gravi, nei quali le possibilità di rigenerazione ossea sono assai ridotte, l’impianto di protesi da grandi resezioni può trovare indicazione al fine di risolvere la patologia e ridare funzionalità all’arto operato.